Mar 2, 2010

La rovina dei teenagers del 2010: Facebook e Youtube

Nonostante si stia parlande dei più clamorosi successi web di tutti i tempi, non è fuori luogo chiamare in causa Youtube e Facebook sulla questione del disagio giovanile. Infatti la sharing-mania ha contagiato la maggior parte dei ragazzini del 2010, sradicandoli dalla consapevolezza che i valori di una volta ancora esistono, ben lontani dai pixel in streaming di Youtube e dagli status di Facebook.
Foto, filmati, commenti, risate. Tutto può essere caricato in pochi istanti e raggiungere il più alto numero di persone. Anzi, questo è l'orgasmo digitale dei più. L'unico motivo che può spingere degli idioti a prendersi gioco di bambini down, chiedere alla compagna di classe di far vedere il perizoma, fare i bulli e registrare il tutto e, ultima novità, filmarsi per far vedere di essere bravi nel taccheggio.
Si, sono bravate. Noi le facevamo? Forse si. Ma allora dov'è la differenza? C'è una differenza? Forse la differenza sta, se ci pensiamo bene, nel fatto che quando le facevamo noi, non c'era nè Facebook nè Youtube. L'atto di bullismo restava al campetto e se andava male, arrivava agli orecchi di mamma, che ci prendeva a calci nel sedere, e a suon di zampate, ci portava sino davanti la porta della nostra vittima a chiedere scusa. Per seguire la scaletta, dovevo prima parlare di chi si è preso gioco dei bambini down: beh, forse quelli sono dei veri e propri deficienti, degli imbecilli che meriterebbero l'umiliazione più grande, anche a costo di uno shock irreversibile della loro personalità... no, ai nostri tempi questo non succedeva, e sono fiero di esserne certo! Quanto alle compagne di classe in perizoma... beh, il perizoma non esisteva e negli anni '80 i jeans erano a vita alta. E per finire, l'ultimo scoop del telegiornale... il taccheggio filmato. E' qui che ho pensato alla differenza: la differenza è che tra noi e loro, che ci freghiamo un pacchetto di cighe, noi lo si pigliava e zitti, loro devono farlo vedere agli altri. Ma di chi è la colpa se esistono sistemi di condivisione di immagini, video e quindi di esperienze?
Forse non è la gioventù di adesso ad essere deviata, ma il giornalismo che ha il cancro. Muore dalla voglia di scovare, ogni giorno, qualcosa che riguarda i giovani, i ragazzini. Non vede l'ora di trovare qualcosa... sono sicuro che pagano dipendenti a scandagliare quotidianamente il web pur di trovare di che fare l'articolo. Forse non è la gioventù di adesso che non ha valori, ma un uso spreguidicato della rete, la non regolamentazione di essa.
Il "parental control" dovrebbe funzionare sul web o certi portali, non come "opzione" che i genitori non saprebbero nemmeno come attivare, ma qualcosa che nasce e funziona dai siti "sensibili". Del resto, questi siti vivono per erogare i servizi solo dietro "registrazione". Ebbene, aggiungere il campo "Codice fiscale" nella registrazione non costerebbe poi così tanto. Così, almeno, si ha la certezza che su questi portali, minorenni che potrebbero fraintenderne l'utilità e l'utilizzo, non potrebbero registrarsi... ma attendere solamente la maggior età, e una maggior saggezza... speriamo.

No comments:

Post a Comment

Please, post a comment and be nice!