Apr 6, 2010

Google: l'ombelico del Web e la ricerca Euristica - ebook di Nicola Mancini - Dodicesimo capitolo

Quando pensiamo a Google che legge il nostro articolo sul sito web, dobbiamo aprire la mente e pensare alle innumerevoli operazioni matematiche e logiche che svolge. Consultando dei database di dimensioni googoliane, affianca verbi, sostantivi, frasi. Cerca una coerenza semantica, logica e razionale. Ragionamenti su scala razionale è quanto di più difficile possa essere per una macchina. Però a quanto pare ci sta riuscendo, e questo è un elogio che mi sento di fare. Cercare un hotel alle isole Fiji, su Yahoo per esempio, può far perdere tempo. La più banale associazione razionale ( per un essere umano) che chiacchierando con un amico dicesse “cerco un hotel alle isole Fiji”, restituisce come risultato il fatto che l’interlocutore è consapevole che sto cercando un hotel per le mie vacanze che ho deciso di passare alle Fiji. Yahoo, contrariamente da Google, a quanto pare non ragiona in maniera razionale, non gode di quel privilegio di Intelligenza che si può trovare su Google. Infatti da Yahoo, rischio di imbattermi in un altro motore di riceca, un motore di ricerca di hotel in cui devo ricercare nuovamente degli hotel nelle isole Fiji. Il livello di qualità fornito dal risultato di Google per contro, è notevole, e fa di esso un’ulteriore conferma degli sforzi profusi nel campo della produzione di risultati di qualità. Quale miglior definizione del metodo scientifico di Google se non quella di Euristica? Nell’evoluzione del web, non si segue una linea guida, un'unica strada, un filo conduttore che accomuna le tecniche di sviluppo. Con il passare degli anni, è cresciuta l’utenza, l’offerta e la domanda di informazioni. Se al mondo centinaia di milioni di persone, ogni giorno, vanno su Google, si aspettano dei risultati. E Google investe costantemente al fine di produrli nel miglior modo possibile, utilizzando tecniche ed algoritmi sempre innovativi e anche diversi tra loro.

Diventare milionari nottetempo?
Questa forse è la keyword che dalla copertina ha attirato più utenti. Se questo libro fosse Google, la risposta che dovrei fornirvi dovrebbe essere contenuta già nelle prime righe. Altrimenti, questo libro dovrebbe autopenalizzarsi da solo, perché non soddisfa le richieste e dare priorità ad altri documenti. Ma questo libro è statico, non è Google, e rispondere alla domanda “perché si diventare milionari nottetempo” è un po’ difficile. Mi riferisco al fatto, che allo stesso modo con cui internet cresce velocemente in tutto il mondo, lavorando su scale googoliane, è possibile arricchirsi altrettanto velocemente. Allo stesso modo con cui cresce la popolarità di un sito web, il conto in banca dell’autore potrebbe subire gli stessi risultati. Svegliarsi la mattina, e trovare venti milioni di visitatori sul proprio sito web dalle statistiche, è il sogno di ogni webmaster. In pochi possono aver vissuto questa sensazione, e possiamo renderci conto che sotto il profilo economico, è una gran bella sensazione. Detenere un sito web che abbia migliaia di visitatori ogni giorno, è un sogno ma ha bisogno di duro lavoro: mi spiego meglio… la questione è molto semplice: che cosa avete di tanto interessante da scrivere, perché domani mattina la vostra webstat vi mostri quindici milioni di visitatori. Che avrete scritto mai sul vostro sito web? Forse aver scritto per primo che è morto Michael Jackson? Può darsi… ma dopo aver appreso e divulgato la notizia, il giorno dopo, dal momento che tutti lo sanno, che scriverete? Razionalmente parlando, ci si aspetta che dopo aver trovato informazioni sulla morte di Michael Jackson, una probabile formula di ricerca sia connessa alle cause della morte. A quanto pare, se non avete argomenti a riguardo, dopo la rapida espansione del vostro sito web, assisterete ad una rapida contrazione, talmente rapida, che se con 15milioni di contatti oggi, potevate guadagnare migliaia di euro con la pubblicità in un giorno, domani nessuno sarà disposto ad offrirvi un centesimo! Ma non siamo così pessimisti. Del resto, un inserzionista vi paga per clicks, e i clicks sono proporzionali ai visitatori. Se avrete fortuna, intuito e intraprendenza, e il vostro sito (abbandoniamo l’assurdità di Michael Jackson) è in costante crescita, potrete ragionevolmente pensare che un domani, avrete il giusto compenso. Ma ricordate, per guadagnare, c’è sempre lo zampino di un folletto… se a Google il vostro sito non piace, siete spacciati!

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