Feb 23, 2010
Google: l'ombelico del Web e la ricerca Euristica - ebook di Nicola Mancini - Decimo capitolo
Questo visto il “googol” di pagine che vengono indicizzate ogni giorno, non è possbile, per cui è stato dato a Google una chiave di lettura e interpretazione dei testi. Saper “leggere” i testi da parte di Google è importante, del resto se così non fosse, sarebbe sufficiente aggiornare un blog con una serie di parole senza senso messe giù alla rinfusa. Questo Google non lo permette. Attraverso un adeguato algoritmo di analisi dei testi, è in grado di valutare se le frasi sono formulate in maniera corretta, se vi è correlazione semantica tra le parole, se vi è correlazione con la maggior parte dei documenti già indicizzati. Se nel sito delle Isole Fiji, un giorno un autore avesse voluto caricare un documento che trattasse della morte di Michael Jackson, i risultati sarebbero alquanto scarsi per non dire nulli. Ragion per cui, abbiamo un considerevole motivo di credere che Google utilizzi algoritmi complessi di interpretazione dei testi, per valutarne la qualità, l’autenticità e non ultima l’originalità. Un argomento originale, indicizzato per primo, godrà del privilegio esposto qualche pagina fa. Un argomento di qualità, che contenga numerosi riferimenti semantici alle argomentazioni del sito web, avrà un altro privilegio… parlando di privilegi, più privilegi si accumulano, più la pagina avrà una buona posizione. Ora perché con Google si può parlare di intelligenza? Perché ha sostituito gli “gnomi” della fabbrica di Willy Wonka, con algoritmi complessi ma funzionali. L’utilizzo di argomento indicizzato da parte degli esseri umani ( la sua lettura e consultazione per esempio) comporta in maniera non necessaria ma conseguente, al fatto che chi legge, potrebbe condividere l’informazione con altri, proprio perché l’informazione è valida o perché risulterebbe utile anche ad altre persone. Questo sistema di condivisione, questo metodo di linkaggio, conferisce prestigio al sito web, e Google tiene conto anche di questo. Da una parte, apprezza il fatto che mille utenti linkino un sito web perché contiene argomenti ottimi, dall’altra lo premia facendolo salire nelle posizioni. Purtroppo però, come ai tempi dei meta tag selvaggi, anche nel mondo dei bookmarks, c’è una sorta di clientelismo malsano che offusca la purezza dei risultati. Mi riferisco ai banner sharing, ovvero lo scambio di link al fine di farsi un favore reciproco ( io linko te, tu linki me). Da una parte negli studi sulla qualità di questi metodi, è emerso che vengono premiati siti web che abbiano link da siti che a loro volta non vengano ri-linkati. Ovvero la famosa scaletta A linka B – B linka C – C linka D – D linka A. In un contesto simile, il banner sharing non porterebbe i risultati sperati, e a meno che ABCD siano di proprietà di una sola persona, sarebbe di non facile realizzazione. Inoltre c’è da aggiungere che l’arma che Google utilizza ogni giorno sul fronte dell’attualizzazione dei siti web torna ancora una volta utile. Chi volesse aumentare il page rank con sistemi a scaletta come quello sopra esposto, dovrebbe premunirsi di molti collaboratori, al fine di tenere aggiornati i siti web ogni giorno e renderli forti nei confronti della concorrenza. Per dare spessore al sistema di apprezzamento con cui un essere umano esprime nei confronti di una pagina web, è nato da qualche anno un portale come Delicious.com – Registrato da Yahoo Inc. nel 2004. Rappresenta al giorno d’oggi uno dei maggiori bookmarks systems e dimostra che l’essere giunto solo 5 anni fa, in un campo ancora semi-vergine, gli ha conferito popolarità nel web. Attraverso delicious.com è possibile stabilire le preferenze per siti web. Il peso che Delicious.com ha al giorno d’oggi, è rappresentato dal fatto che viene ponderato nella certificazione del posizionamento di un sito web in analisi. Tutte queste molteplici sfaccettature, che premiano i più meritevoli del web, sono nate e fanno da supporto quando il “giudice Google” deve stabilire tra due siti web, apparentemente meritevoli in egual misura, debba stare al primo posto e chi al secondo. C’è da dire che essendo la matematica alla base di “ragionamenti di Google”, è matematicamente impossibile che due siti web si equivalgano.
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